Anna

Tutti abbiamo un luogo del cuore, uno spazio fuori dal tempo dove ci sentiamo davvero noi stessi. Per la famiglia Melkerson, quel posto è l’Isola dei Gabbiani; per me, quel luogo magico è una grande casa tra le montagne dove ogni estate organizzavamo il campo estivo con la parrocchia. Per me quella casa, quel posto, rimarrà sempre un posto speciale, la mia “isola dei gabbiani”. Nel libro, la famiglia Melkerson arriva sull’isola per trascorrere l’estate lontano dalla città: i bambini scoprono la libertà della natura, fanno amicizie profonde e imparano a collaborare. L’esperienza sull’isola diventa un cambiamento interiore, una scoperta di sé e degli altri. Anche quando l’estate finisce, l’isola continua a chiamarli: infatti, loro tornano nei weekend, d’inverno. Come per i Melkerson, anche per me l’estate era attesa tutto l’anno: una settimana immersi nella natura, lontano dalla quotidianità, dove vivevamo in gruppo come una famiglia allargata, aiutandoci, condividendo spazi, esperienze, emozioni. Ogni giorno portava nuove scoperte tra giochi, attività e momenti di riflessione, ma anche nuove sfide da affrontare. Si imparava a fare tutto: collaborare, organizzarsi, prendersi cura degli altri con semplicità ma intensità. Alla fine del campo, proprio come i Melkerson, mi sentivo triste nel dover lasciare quel luogo speciale. Ma anche per noi non era un addio, perché tornavamo in quei luoghi nei weekend invernali. L’Isola dei Gabbiani, per me, non è solo una storia da leggere, ma è una metafora reale della mia infanzia e adolescenza vissuta durante questi campi. Un periodo fatto di libertà, crescita, scoperta e relazioni sincere, immersi nella natura e in un senso profondo di comunità. Un posto che resta nel cuore, come un’isola incantata dove, anche da adulti, si sogna di tornare. Ed è con questo spirito che mi presento a voi: sono la maestra Anna e sarò di nuovo nella sezione degli arancioni con la maestra Ale, ma anche nei Verdi, quando servirà. Non vedo l’ora di iniziare una nuova avventura, portando con me l’energia e la ricchezza di quelle esperienze vissute. Oggi, quella sensazione di casa e appartenenza l’ho ritrovata proprio qui, nella Sacra Famiglia, tra i sorrisi dei bambini e il sostegno dei colleghi: una nuova “Isola dei Gabbiani” in cui crescere e condividere ogni giorno.